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Donna - I genitali non contano

L'ombra delle donne 2

Muestra
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Donna - I genitali non contano

De: Grazia De Sensi
Narrado por: Grazia De Sensi
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Acerca de este título

Mobbing, dipendenze affettive, anoressia, abusi, stereotipi e transizioni di genere, violenze, disturbi mentali, malattie rare, segreti, estorsioni e ricatto, dolore, bullismo e lutto: sono queste le "ombre" della seconda stagione di Lodo - L’Ombra delle Donne.

Storie personali, raccontate dalla vibrante voce del cuore di 12 donne che hanno affrontato il dolore e il disagio profondo e, in questo podcast, si aprono ad una narrazione autentica ed intima di vissuti incomodi, inconfessabili, di tabù.

Non sono le stories con le lenti colorate, ma le vite non filtrate di Carolina, Dora, Ilaria, Francesca F, Angela, Mariachiara, Francesca M, Cecilia, Palma, Francesca G, Claudia e Delia che hanno mostrato, in confidenza, le proprie ombre dense e caliginose.

Un ascolto attivo di queste storie ci aiuta ad esercitare la solidarietà e la ribellione, a non sentirci sole nei momenti in chiaro/scuro, ma soprattutto aumenta la consapevolezza che è proprio il susseguirsi di squarci di luce e pozzi d'oscurità a definire la bellezza femminile, quella non effimera, compiuta appunto nei suoi opposti.

Queste donne, non sono perfette, non si giustificano, non spiegano la loro redenzione per sembrare migliori: ci sussurrano, come ad certo punto della loro vita, siano riuscite a "spezzare l'incantesimo" che le imprigionava.

Sono conversazioni confidenziali tra la host e 12 donne, normalissime, che si espongono raccontando il coraggio di essere "presenti" nella sorellanza e accrescendo quella consapevolezza che Edda Billi ha chiamato "donnità".

Sound Design: Paolo Corleoni Post Produzione: Valeria Ardito Illustrazioni: Mariachiara Tirinzoni

Donna - I genitali non contano

Cecilia è nata in Valtellina trent'anni fa. Alla nascita le è stato assegnato il sesso maschile e, di conseguenza, anche un nome maschile. Per più di vent'anni ha vissuto secondo un'identità maschile, congelando ogni esplorazione del sentimento. L'adolescenza, piena di interrogativi e paure, è stata un continuo nascondere i segni di un corpo che diventa un giovane uomo. A 22 anni raggiunge la consapevolezza della sua reale identità ed inizia un percorso di transizione, consentendole di vivere da donna, anche esteriormente, e di essere riconosciuta, chiamata e presentata come Cecilia.

La sua prima grande conquista è stata proprio quella di leggere il nome Cecilia e la lettera F di femmina sulla sua carta di identità, perchè i genitali non contano. Non ho mai incontrato donna orgogliosa della sua F su un documento. Ammiro Cecilia quando mi dice che la transizione non è una questione di coraggio. Coraggio di imbottirsi di ormoni e di affrontare le persone sui tacchi. La transizione è una questione di vita: essere trans non è una scelta, perché non esiste l'alternativa, o meglio, l'alternativa è non vivere la proprio vita.

Cecilia mi ha raccontato della provincia, della vita di studente solitario, degli sfottò dei coetanei, dei "frocio!" urlati per strada, del coming out con i genitori, della cattiveria con cui ha trattato sua sorella e infine di Pavia, dell'università e di come l'incontro con la comunità LGBT abbia finalmente illuminato la sua strada di consapevolezza e di senso.

In questo episodio si parla di discriminazioni, di orientamento sessuale, di unicità e identità di genere, ma soprattutto di valori: il rispetto e la dignità di una normalissima donna in trans-izione. Una donna che timidamente ha superato l'approccio binario alla sessualità, rivendicando il proprio diritto ad avere un lavoro, un nome, un contratto di affitto e di appartenere ad un'anima semplice che ama Studia lingue, ha un lavoro precario, sogna di insegnare e dal 2017 si occupa della divulgazione di tematiche LGBT, lesbiche gay bisessuali trans e intersessuali, a Pavia e nelle scuole.

Cecilia mi ha mostrato il dolore, ma anche le risorse di un'anima femminile unica che si evolve in un corpo maschile.

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