Títulos en Deportes

Les Jeux olympiques de 1976 à Montréal n’ont pas seulement marqué l’histoire du sport, ils ont aussi semé la graine du rêve dans le cœur d’un petit gars de Sainte-Foy. Comment le jeune Marc Griffin, élevé dans un milieu culturel et sportif effervescent, a-t-il réussi à fouler le même terrain que ses héros, Raines, Carter et Dawson ? Ce récit touchant et rassembleur dépeint une époque où notre sang était rouge ou bleu, où la musique de Beau Dommage résonnait dans les stades de baseball et où le nom Stastny est devenu québécois.

Plus jeune, Derek Aucoin n'avait qu'un seul rêve: porter les couleurs des Expos de Montréal. «Go for it!» Ces trois mots, lancés par son idole Andre Dawson, le guideront dans son ascension vers le baseball professionnel et il deviendra, en 1996, un des rares Québécois à jouer pour l'équipe montréalaise.

It's the 1970s, and the fight for women's rights is gaining speed. In the sports world, Billie Jean King is breaking gender barriers on the tennis court. Janet Guthrie doesn't consider herself a "women's libber," but to racing's good ol' boys, she's a threat. When Guthrie makes a bid for Indy in 1976, the other drivers slam her mercilessly, even suggesting she's really a man. Fans heckle her, hoping she'll crash. Guthrie smiles through the pain and qualifies for Indy in 1978.

When journalist Robert Andrew Powell finished his first marathon, he cried, cradled in his father’s arms. Long distance runners understand where those tears come from, even if there are others who will never understand what drives someone to run 26.2 consecutive miles in a grueling mental and physical test. Powell’s emotional reaction to completing the race wasn’t just about the run, though. It was also about the joy and relief of coming back up after hitting rock bottom.

In 1884, Providence Grays pitcher Charles "Old Hoss" Radbourn won an astounding 59 games - more than anyone in major-league history ever had before, or has since. He then went on to win all three games of baseball's first World Series. Fifty-nine in '84 tells the dramatic story not only of that amazing feat of grit but also of big-league baseball two decades after the Civil War - a brutal, bloody sport played barehanded, the profession of uneducated, hard-drinking men who thought little of cheating outrageously or maiming an opponent to win.

For swimming champion Nancy Stearns Bercaw, the pool was a natural habitat. But on land, she could never shake the feeling of being a fish out of water. Starting at age two, Nancy devoted her life to swimming, even qualifying for the 1988 Olympic Trials in the fifty-meter freestyle event. But nearly two decades later, when she hung up her cap and goggles, she was confronted with a different kind of challenge: learning who she was out of the lanes.

Alexander Gustafsson grew up in Arboga, a small town in Sweden. A country boy, he started boxing when he was 10 - winning the national youth medal at the age of 16. After a handful of run-ins with the law, he began practicing mixed martial arts and working his way up the ranks of the UFC. Nicknamed The Mauler by his training partners, due to his power, killer instinct and somewhat recklessness whilst fighting; this is the story of Gustafsson's struggle to succeed in one of the world's most challenging sports.

L'infanzia in via Vetulonia, i primi calci al pallone, la timidezza e la paura del buio, la vita di quartiere in una Roma che forse non esiste più. Gli amici che resteranno gli stessi per tutta la vita. Gli allenamenti a cui la mamma lo accompagnava in 126, asciugandogli i capelli con i bocchettoni in inverno. L'esordio in Serie A a 16 anni in un pomeriggio di marzo del 1993 a Brescia, con i pantaloni della tuta che al momento di entrare in campo si impigliano nei tacchetti; il primo derby, il primo gol, il rischio di essere ceduto alla Sampdoria prima ancora che la sua favola in giallorosso possa cominciare.

"Mio padre è quel signore che in un filmato Rai ormai passato alla storia, il giorno della vittoria del primo scudetto del Napoli, a fine partita scappa negli spogliatoi inseguito da Giampiero Galeazzi che lo sovrasta brandendo un microfono. Sugli spalti novantamila napoletani cantano la loro gioia, e lui, occhi bassi e passo veloce, si limita a dire: “Abbiamo fatto un buon lavoro. Sono soddisfatto”. Stop. Ottavio Bianchi è fatto così. Schivo, riservato, umile. Eppure il suo nome è nella leggenda del calcio italiano.

Francia 2019. Mondiali femminili di calcio. Lo spartiacque. L'anno zero nel luogo zero. L'inizio di una nuova era. Per il calcio femminile italiano ha rappresentato un clamoroso passo in avanti per l'intero movimento che, fino a quel momento, veniva considerato come qualcosa di folkloristico, e poco di più. "Una ragazza non può giocare a pallone", era il pensiero comune. Durante l'infanzia se lo sono sentito ripetere molte calciatrici dell'Italia, anche dai propri genitori. Sognatrici che dovevano combattere fra le mura di casa.

Giacinto Facchetti è stato uno dei più grandi simboli del calcio italiano e della centenaria storia dell'lnter. Vicecampione del mondo in Messico nel 70, campione d'Europa a Roma nel '68, ha giocato con la Nazionale azzurra 94 partite, delle quali 70 da capitano. In nerazzurro ha giocato 728 partite ufficiali, vincendo quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Famoso in tutto il mondo per le doti di "cannoniere" (come si diceva una volta), ha segnato in serie A 59 gol, record di tutti i tempi per un difensore.

"Penso a come tutto è nato. Da una richiesta d'aiuto, e quando stiamo male o quello che stiamo facendo non ci fa stare bene, non c'è nulla di cui vergognarsi nel chiedere aiuto. Dentro la parola aiuto è contenuta la parola cambiamento. Il percorso che ho fatto con Cecilia non mi ha reso invulnerabile dalla paura, dall'errore, dall'ansia, ma mi ha permesso di cambiare il modo in cui vivere determinate situazioni... Accettare le proprie fragilità richiede molto coraggio ed è l'unico modo per superare i nostri limiti."

Da quando a sette anni è salita per la prima volta sul tatami, Sara Cardin non ha mai smesso di combattere. Dalle prime gare a livello locale, quando si impone all'attenzione degli allenatori per il suo talento, alle sfide più importanti, oggi Sara Cardin vanta 20 titoli italiani, 7 Assoluti, svariate medaglie d'oro ai Campionati Europei e alle Premier League, e soprattutto il podio più importante della sua vita, nel 2014: Campionessa del mondo di karate. Oltre alle battaglie sul campo, questo audiolibro avvincente, che è più di una biografia.

Il rapporto dell'uomo con la montagna è antichissimo. La montagna, spesso ostile e pericolosa, l'ha protetto dai pericoli, gli ha permesso di cogliere il mondo dall'alto, nel suo insieme, di guardare il cielo e sentirsi più vicino all'infinito. È il luogo in cui l'uomo ritrova sé stesso, spingendosi oltre i propri limiti, nella solitudine delle cime, pur in mezzo ai compagni di cordata. Questo audiolibro è un mosaico di storie di eroi che si sono distinti sulle vette più alte del mondo, realizzando imprese eroiche, salvataggi rischiosi.

Fils du hockeyeur Henri Richard, Denis Richard, avec la collaboration de Léandre Normand, nous rappelle les exploits mais aussi les revers et les sautes d’humeur de son illustre père, le joueur le plus sous-estimé de l’histoire des Canadiens. Fougueux et déterminé, Henri a toujours mené son équipe par l’exemple plus que par la parole. Timide et renfermé, le « Pocket Rocket » a connu son lot d’heures glorieuses et d’autres plus difficiles aussi.

Près de cent ans après la mort de Georges Vézina, son nom est toujours connu des amateurs : malgré la quantité de grands joueurs qui ont défilé après lui, la Ligue nationale de hockey n’a jamais changé le nom du trophée Vézina, attribué annuellement au meilleur gardien de but. C’est dire à quel point il a marqué son époque. Avec lui, le Canadien a remporté ses deux premières coupes Stanley et conquis le cœur de milliers de spectateurs partout au pays

Many of us grew up scoring a thousand glorious NHL goals in our minds, and on our streets and corner rinks. We won the Stanley Cup over and over in our imaginations. What happened to those childhood heroics? We packed them in a box with our hockey cards and forgot them. Growing Up Hockey uses the heartwarming and comical exploits of a house-league third-liner to prompt us to re-live our memories of hockey glory.

There are Leafs fans - and there’s the Ultimate Leafs Fan. No one had the time, money, or energy to follow their favorite team to every game of the season until Mike Wilson took a journey most fans can only dream about. These are the humorous, historical, and heart-wrenching stories of Leafs Nation. 

Gene Washington’s football career ended long before his daughter Maya was born. She never saw the legendary powerhouse as anything but her dad. She didn’t yet grasp the impact he’d had on the sport - and on America. To understand his historic role in the integration of college football and fully appreciate his legacy, Maya had a lot of catching up to do. Maya retraces her father’s journey from the segregated south to Michigan State during the peak of the Civil Rights Movement and his journey as an NFL pioneer after the 1967 draft.

Dreams of becoming the next Nadia Comaneci led Jennifer Sey to become a gymnast at the age of six. Her early success and love of the sport propelled her and her family to great sacrifice so that she could become a National Team member and one of America’s elite gymnasts by age 11. But as she set her sights higher, Jennifer began to change, setting her mental and physical health aside in the name of winning.