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Una conmovedora e íntima reflexión sobre la naturaleza de la raza y la nación estadounidense que ha inspirado a generaciones de escritores y pensadores, publicada en 1963, el mismo año de la Marcha sobre Washington. Con claridad, convicción y pasión, James Baldwin lanza una terrible...

Nessuno sa il mio nome è la seconda raccolta di saggi di James Baldwin pubblicata per la prima volta nel 1961 e scritta durante la sua permanenza in Europa, quando la distanza dagli Stati Uniti, fortissimamente voluta, gli aveva permesso di riflettere in modo nuovo sulla condizione delle persone nere in una società dominata dai bianchi. Trascendere la sterile categoria di blackness, sia essa quella imposta dal mondo bianco o quella eretta a scopo difensivo dalla comunità nera, divenne il nucleo dell’opera di Baldwin come scrittore.

In questo meraviglioso romanzo James Baldwin ci restituisce una toccante storia d’amore in un mondo fatto di dolore e ingiustizia. La storia è raccontata attraverso gli occhi di Tish, una diciannovenne bella e innamorata di Fonny, il giovane scultore padre del suo bambino. Il racconto mescola romanticismo e tristezza. Tish e Fonny avevano programmato di sposarsi ma Fonny viene accusato ingiustamente di stupro da un poliziotto bianco, e imprigionato. Tish tenta con ogni mezzo di supportare il suo amato mentre sta per partorire il bambino che hanno concepito insieme.

La definizione di saggio per le opere non narrative di Baldwin è certamente impropria. Baldwin è un artista, prima di essere un intellettuale, e il suo appassionante confronto con la realtà americana è opera di uno scrittore. Fanno da legame le immagini, le intuizioni, le facce e la sequenza di emozioni e impressioni, piuttosto che l’organizzazione delle idee, perché Baldwin è sempre più impegnato, nei saggi come nei romanzi, a raccontare una storia. Pubblicato per la prima volta nel 1963, La prossima volta il fuoco di James Baldwin colpisce dritto al cuore della cosiddetta “questione nera”.